samedi 8 novembre 2014

Impatto socio-economico e ambientale delle coltivazioni minerarie in Repubblica Democratica del Congo



   
Generalità
A tutti gli effetti, la Repubblica Democratica del Congo è tra i paesi con maggiori     ricchezze minerarie al mondo, con una  popolazione che vive sugli enormi giacimenti di minerali potenzialmente economici come il rame, il cobalto, il diamante, l’oro, il Coltan, lo stagno ecc … Tuttavia, è paradossalmente triste osservare che la RDC sia tra i paesi economicamente più poveri del pianeta. Secondo il rapporto mondiale sullo sviluppo umano nel 2013 (PNUD): più del 71% dei Congolesi vive con meno di un dollaro americano al giorno.
La Repubblica Democratica del Congo può quindi essere considerato uno scandalo geologico, ma anche e soprattutto uno scandalo politico per la gestione disonesta delle sue risorse naturali. Le sue ricchezze fin dal tempo coloniale non hanno mai dato approvvigionamento né alla popolazione né allo stato Congolese per il suo sviluppo e per il benessere quotidiano dei suoi cittadini, anzi hanno portato ingiustizie, conflitti e danni ambientali enormi al paese.
La situazione delle popolazioni nei siti minerari si è aggravata proprio  nel momento in cui tutti aspirano ad un mondo moderno migliore e sono in uso nuove e efficaci tecnologie per lavorare meglio e limitare i pericoli nei luoghi di lavoro come quelli del settore minerario. La mancanza  totale della protezione della parte di  popolazione che lavora nelle miniere, l’inquinamento delle acque potabili, le emissioni  tossiche dalle fabbriche  di trasformazione mineraria, la contaminazione radioattiva, non preoccupano concretamente né le autorità del paese né i responsabili delle compagnie minerarie, tanto meno la popolazione stessa,  che non viene istruita adeguatamente e quindi ignora i rischi salutari e ambientali che ne possono conseguire.

    Destabilizzazione del settore minerario: impatto sociale

Diversi anni di guerre civili e instabilità politica nella RDC hanno portato ad uno sviluppo molto informale del settore minerario  al quale sono associate problematiche socio-ambientali (Ad esempio cattive condizioni di lavoro,  lavoro minorile nelle miniere, espropriazione delle terre alle popolazioni autoctone, ecc) e  perdite di reddito per lo stato.
Il settore minerario è stato decisamente colpito dalla disintegrazione dello stato congolese, la corruzione e la distruzione progressiva delle infrastrutture di base, e dai conflitti armati che ne sono derivati.   L’industria mineraria è totalmente caduta nel 1990, anno in cui il regime dell’ex-dittatore MOBUTU ( presidente dello Zaire d’allora) entrò in crisi con destabilizzazione totale del potere e dell’autorità dell’ex-dittatore che portò all’accesso al moltipartismo e anche dovuta alla caduta del mercato delle materie prime che gli portò a rivedere alla diminuzione delle dotazioni e rimunerazioni delle personalità politiche e agenti delle amministrazioni pubbliche. Questa situazione ha dato via libera alla corruzione incontrollabile e al settore informale soprattutto dalle personalità politici che hanno visto i loro vantaggi diminuire e  provocò un’instabilità del clima degli affari per gli investimenti formali  lasciando spazio alle attività artigianali informali che impiegano centinaia di migliaia di miniatori tra cui donne e bambini. Come accennato all’inizio del paragrafo, le guerre tra 1996 e 2003 a Nord e Sud Kivu e Ituri ( regione orientale della RDC), hanno rafforzato lo sfruttamento illegale dei minerali che ha permesso la formazione di molte milizie che combattono per prendere il controllo delle miniere,  che risultano utili per ricavare risorse economiche  necessarie per l’acquisto degli armi. In questo contesto di insicurezza e illegalità, l’economia mineraria è particolarmente opaca, il che rende molto difficile l’accesso ad informazioni affidabili e accurate ( ad esempio localizzazione precisa delle miniere, i volumi di produzione esatti, ecc) e ciò non favorisce lo sviluppo economico dello stato. Nonostante ciò resta la consapevolezza che il settore minerario potrebbe risultare il più grande potenziale economico del paese, e quindi la pace sociale della popolazione congolese in generale e delle zone minerarie in particolare.

Impatto ambientale e sociale dello sfruttamento minerario artigianale

a.     Impatto sociale
Le attività  minerarie artigianali in RDC sono più diffuse di quelle industriali a causa della mancanza di una buona politica mineraria al paese, degradazione della sicurezza e clima di affari e anche perché le attività artigianali richiedono pochi investimenti. Queste attività minerarie artigianali sono spesso associate a degli impatti sociali negativi; il settore minerario artigianale è molto informale e incontrollato, i gruppi armati in collaborazione con i multinazionali occupano le terre delle popolazioni locali per svolgere le attività minerarie, creando l’insicurezza e costringendo queste popolazioni a migrare verso le zone tranquilli e spesso trovandosi spaesati e abbandonati a loro proprio sorto. Nelle zone minerarie, l’unico sfoco per gli uomini minorenni che adulti dopo un pesantissimo lavoro nelle miniere è l’alcolismo e sessualità e prendono anche droga per avere più forze di lavorare, sono proprio tossicodipendenti. Nessuna regola di sicurezza sia ambientale che umana non è applicato a fatto, le persone sono esposte agli inquinamenti dai minerali tossici e sono costretti a svolgere duri lavori creandole problemi di salute. Le donne , pur non avendo le stesse capacità  che gli uomini di lavorare nelle miniere, per sopravvivere, si espongono alla prostituzione  sia adulta che minorile. in queste zone, regna la regola “ chi può, vive, chi non può, non vive” ciò qualche sia l’età, occorre lavorare nelle miniere per sopravvivere e i minorenni sono i più sfruttati perché svolgono lavori che non sono alla loro altezza. le aree minerarie spesso sono zone di conflitti armati teoricamente tribali o etnici e regna una  discriminazione senza precedenza tra le donne e gli uomini e tra tribù della zona; i militari dei gruppi armati sorvegliano i lavoratori  e si lanciano alle  violenze di ogni genere.

-          Lavoro Minorile nei siti minerari

Un numero molto elevato dei bambini e adolescenti lavorano nel settore minerario artigianale in Repubblica Democratica del Congo, nonostante sia proibito dalla legge congolese e le convezioni delle Nazioni Unite ratificate  dallo stato Congolese. In alcun siti minerari si contano fino a circa 40% dei lavoratori minorenni  I lavori faticosi  che compiono questi minorenni danneggiano la crescita dei loro organi e le loro ossa e l’esposizione ai minerali, alla polvere, alle sostanze chimiche e alla radioattività può avere un impatto ancora più negativo sui minori che sugli adulti.

-         Legalità e lavoro delle donne nelle miniere

In virtù della costituzione congolese, le donne hanno legalmente il diritto di lavorare nel settore minerario. Esistono tuttavia norme a livello regionale e delle strutture di gestione delle miniere che limitano la capacità delle donne di accedere alle pari opportunità. In generale  pochissime donne vanno a scavare nelle miniere, almeno che lavori sui residui, nelle zone o carriere a minerali di basso tenore. Tuttavia, spesso le donne sono coinvolte nel trasporto dei materiali e trattamento artigianale dei minerali. In queste zone minerarie, le donne sono spesso vittime delle violenze sessuali sia dai militari sia dai poliziotti che controllano o le miniere o la zona  e prostituzione dai commercianti e minatori, in più, la mancanza d’igiene e servizi per la sanità e la presenza di un gran numero di militari attivi e inattivi portatori di diverse malattie come AIDS in alcune zone, favoriscono un tasso molto elevato di malattie (come diarrea, VIH/aids, ecc) e problemi di salute e di sicurezza nei siti delle miniere.

b.     Impatto ambientale
Oltre alle problematiche sociali, la coltivazione mineraria ha grandi impatti sull’ambiente in RDC. Ad esempio, gli alberi sono tagliati e abbandonati sui siti minerari artigianali per fornire la legna per costruire i campeggi , sostenere i tunnel  e pozzi, come si può vedere sulle figure  così come  per produrre il carbone . La coltivazione mineraria artigianale  è effettuata generalmente alle vicinanze delle sorgenti e corsi d’acqua. Le sorgenti  che servono all’acqua per la consumo umano non sono protette e quindi l’acqua è contaminata dai minerali lavati. Nei siti di estrazione d’oro ad esempio, si usa molto il mercurio , un elemento chimico fortemente tossico e cancerogeno che si trova tra i primi posti di pericolosità sanitaria nella lista dei “ Killer metals” dell’agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti ( EPA) ( G.Tanelli). Quando la miniera non produce più, i minatori si spostano verso un altro sito senza pensare alla bonifica dei siti precedenti. Le coltivazioni minerarie sia artigianale che industriale vengono effettuate anche nelle zone protette, ciò costituisce un reato secondo il regolamento minerario che vieta la creazione delle zone di coltivazione mineraria nelle zone protette. Il caso tipico è quello del parco di Virunga, considerato zona protetta e dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO  in cui si trovano giacimenti  importanti di petrolio. Sebbene gli accordi per lo sfruttamento di questi giacimenti siano ancora in corso di trattativa, diverse compagnie petrolifere ( Total, Eni, ecc.) sono già in fase di prospezione e esplorazione 

  Migrazione

Oggi le zone minerarie a grande potenziale economico in RDC sono diventate fuochi di tensioni, di insicurezza e non solo, anche di battaglia per interessi economici da diverse compagnie private sia nazionali che straniere. Questa situazione provoca la migrazione dei popoli autoctoni verso le zone più tranquille, inoltre crea un’ingiustizia senza precedente, espropriando di forza le terre agli indigeni e distruggendo i loro villaggi costringendoli quindi di migrare sempre. I popoli più colpiti e quindi più marginalizzati sono i “Pigmei”, principalmente i “Mbuti”()  che da tempo vivono di caccia, pesca e agricoltura. I loro villaggi sono costruite in aree in cui sono localizzati  mineralizzazioni di interesse economico, le compagnie minerarie  a volte in complicità con le autorità statali, li espropriano delle loro terre per sfruttare i minerali come il Coltan 

  Constant NZ.

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