samedi 8 janvier 2011

ogni fine è un inizio

Se ci fermiamo al presente, il lavoro è compiuto solo a metà, e ogni buona storia ha bisogno di un finale. Anche per questo, seguendo il «copione» del numero monografico dell'anno scorso, dedicato alle origini, abbiamo scelto di dedicare la rivista che sfogliate al tema della fine. Dalla fine di ogni singolo individuo alla fine del cosmo, passando per il divenire di tutte le cose. Certo, su qualche argomento - come la futura evoluzione del nostro pianeta o dell'intero universo, ma anche sull'esaurimento delle risorse - la scienza non può che offrire speculazioni, in base a quanto sappiamo del passato e in base alle teorie che abbiamo saputo elaborare sul mondo che ci circonda. Ma in fondo è anche o soprattutto questa la missione dell'impresa scientifica: estrapolare dai fenomeni e prevedere gli eventi futuri. Così in questo numero affrontiamo questioni eterogenee, accomunate solo dall'osservazione che ogni «oggetto» di cui parliamo avrà, o potrebbe avere, un fine. Si parte dalla fine individuale di ciascuno di noi, dai perché della mortalità a una profonda riflessione etica sull'istante esatto in cui ha termine una singola vita, un argomento che ha risvolti delicatissimi nella scelta di quando espiantare gli organi per un trapianto. Perché la fine di una vita può essere il nuovo inizio di un'altra. Di qui, ci spostiamo a visitare via via il mondo a una scala sempre più ampia, incontrando la fine delle ultime civiltà indigene di questa Terra, con la cui scomparsa muoiono intere culture che difficilmente lasceranno traccia di sé. Per poi inoltrarci nella fine delle specie, dalla singola alle grandi estinzioni di massa, compresa quella in atto oggi. E scoprire che la vita ha sempre saputo rinascere dalle proprie ceneri, per presentarsi in altre «infinite forme bellissime», come diceva Charles Darwin. Guarderemo anche alla fine delle risorse, che in molti casi la civiltà moderna sta sfruttando oltre il limite della sostenibilità, prima di passare all'ultimo, grande capitolo, che abbraccia la fine della Terra (senza prestare orecchio alle infinite paure millenaristiche che ci sentiamo snocciolare come una litania da sedicenti futurologi), del sistema solare, dell'universo e, forse, anche del tempo. E anche qui, in ogni singolo caso, ogni fine sarà l'indispensabile premessa di un nuovo inizio. In un certo senso, anche questo numero è una fine. Ma no, non c'è nessun motivo di allarmarsi. «Le Scienze» continuerà ad accompagnarvi e a raccontarvi il cammino della scienza con la stessa passione e lo stesso impegno di sempre. Semplicemente, a partire dal numero di dicembre troverete una rivista un po' diversa. Avremo una nuova veste grafica, nuova ed elegante, e un giornale più ricco e più vario, con qualche rubrica in più e qualche altro compagno di viaggio. Un nuovo inizio, dunque, con il numero di fine anno, perché ancora una volta vogliamo provare a darvi di più.

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